1° classificata
Fiorella Nardinocchi Landi
Quadri
Come fra brume leggere
d’azzurri vapori, al mattino,
sorridi nel placido viale
che il mare carezza,
città del mio cuore.
Non agita il vento
le palme dagli ampi ventagli,
un’irreale fissità silente
risplende assorta nei colori chiari.
Ma se solo un istante
io porgo orecchio alle mie voci arcane,
ridestàti fantasmi
s’affollano nostalgici nel sole,
giocando tra le aiole a nascondino.
Il sereno scenario si scompiglia
e nel cielo, danzante,
plana, come in un quadro di Chagall,
una fanciulla bionda
in abito di viole:
la gonna rosa è un verde palloncino
che fra cirri funamboli s’impiglia…
2° classificata
Matilde Maria Abrile
Scintille di luce
Scintille di luce
intrecciano l’aria di ghirlande,
non sono frammenti di stelle cadenti
a graffiare le notti di S. Lorenzo:
è primavera.
Sono lame infocate
che squartano il cielo livido d’inchiostro
e bruciano la terra ingombra di sventure.
Il cupo sibilio di sirene
trafigge le pieghe delle ruvide montagne
popolate di ombre.
Frotte di vecchi affamati e scalzi
attraversano i binari di una vita
spesa per niente.
Viandanti senza strada
braccati come lepri,
vengono rastrellati via
con forza inumana
e stipati
nelle gabbie strette di mezzi antichi.
Volgono lo sguardo all’indietro
con occhi ciechi di dolore
a cercare i profili dei cumuli di croci
disseminate
nel deserto di esistenze perdute.
3° classificato
Stefano Valeri
L’arca della salvezza
Come posso, cosa piccola infinitesimale nell’universo,
appena percettibile,
sperare in un pensiero vitale che mi trasformi in un attimo
in una particella di vita?
Come sperare di far parte, anche per un solo istante,
di un progetto infinito?
Entrare, anche solo per un attimo, nei pensieri e negli atti
di chi ci ha creati.
Un soffio di vita, un nuovo soffio di vita nelle mie narici,
solo per un istante,
anche un solo alito di Dio diverrebbe uragano in me,
un nuovo diluvio,
in cui lottare fra le onde e portare a salvezza nella mia arca
una coppia di tutti i pensieri,
insieme di ognuno, il giusto e lo sbagliato, il bello ed il brutto,
il sicuro e l’incerto, il voluto ed il respinto.
Una coppia di tutti i sentimenti,
l’amore e l’odio, la generosità e l’avarizia, crudeltà e misericordia,
rancore e perdono.
Una coppia di tutto, nulla di escluso o dimenticato,
per sperimentare di nuovo,
nell’Eden, una nuova rinascita in uno solo, racchiudendo dapprima,
di nuovo in una mela,
la parte oscura di ogni cosa, di ogni parte della mia natura.
Per ritrovarmi ancora
come polvere in terra da plasmare, e poi, ancora indietro,
come pensiero d’amore.
4° classificata
Maria Luisa Beck-Peccoz Spanò
Fragrante nostalgia
Hai catturato
le sfilacciature
più lucenti
delle mie ali
d’angelo.
Le più remote.
Avvolto
nel mio stesso sudario
di pena
lo hai trasformato
in tunica iridescente
di sogni non vissuti,
di emozioni immaginate.
Ti sei impadronito
di tiepide fantasie segrete,
tessendone una trama
di possibilità lontane,
ma soavi e incantevoli.
Smuovendo,
con un sussurro di vento,
i miei rami immobili.
Baci lievi di rugiada
sulle distese assetate
di questo odore palpitante,
sempre in agguato.
Nella mia vita,
intrisa di suoni autentici,
hai inventato
una accordo inusuale,
un sorriso della mente,
una fatata,
fragrante nostalgia.
5° classificato
Camillo Catarozzo
L’anello più grande
Patir l’altrui dolore
è l’anello più grande
della catena dell’Amore.
Odor di muschi
Odor di muschi,
trilli di cinciallegre,
pennellate di rosa di pesco
nella bruma,
van con amabile tristezza
a rinverdire
tramontati ricordi
di giovinezza.
6° classificato
Franco Fiorini
Terra ciociara
Terra ciociara dal sapore amaro
strappato alle gramigne
terra di vigne sassi ed oliveti
Terra di abeti a trine
di nevi marzoline
e sorgenti d’acque pure alle faggette
terra di fiumi canterini
e pioppi alle pianure
Terra di borghi fontane e cattedrali
memorie antiche di pietre millenarie
terra di santi senza calendari
Terra di madri antiche e senza tempo
i figli al petto a succhiar la vita
terra di donne brune alle stagioni
aspre al fuoco delle stoppie
dolci all’ombra dell’uve settembrine
terra di spose ansiose alle cascine
Terra di vecchi al sole vespertino
a ruminar mattini ormai lontani
ad aspettar tramonti già vermigli
come le mani spaccare alle pietraie
Così mi ti ricordo terra amata
al sogno breve dell’infanzia mia
così a poco a poco sei svanita
come sabbia fuggita tra le mani
Terra di vecchi senza più domani…
7° classificata
Paola Bellavite Gandolfi
Incantesimo
La luce di uno sguardo penetra nell’anima.
Brandelli d’arcobaleno sono doccia di mille colori,
gocce di luna in una notte serena.
Cammino su galassie di nebbia d’oro,
volo di gabbiani allo spuntar del sole.
Fiori di pesco all’improvviso e un piccolo vento sfiora il cuore.
Tenera gemma su un ramo rinsecchito, senza domani.
Fiato d’autunno è la mia vita, nell’ora di un tramonto annunciato.
Nota stonante in un concerto già eseguito.
8° classificato
Adriano Scandalitta
Tramonto
Il cielo alla sera
è come una fanciulla
in fiore:
le guance rosee,
quasi arrossate
dal sole al declino
e i capelli scarmigliati
da un vento leggero
sono nuvole tenere
che svaniscono
al bacio
appena accennato
dell’orizzonte.
Il tramonto
è del giorno
ciò che la vecchiaia
è della vita:
una pausa dolce,
da gustare lentamente,
prima che le ombre
dense e cupe
della notte
addormentino
il cuore.
9° classificato
Antonio Capriotti
Foglie
Non più i rami
crepitanti dell’estate
getterò agli alari
ma le foglie
molli dell’autunno che fuma:
gialle le raccolgo
sotto l’albero sparuto
che si flette al vento, geme
e già si scrolla
accantonando strame
all’inverno che avanza silenzioso.
Lente bruceranno, odorose
di sole marcito, d’umida notte
e di luna; dell’aroma
dolceamaro ch’esala
da essiccate linfe arse
in tenue fiamma dispensiera
d’ombre danzanti
alle pareti e d’incenso
all’altare ove sfollando
a sera consacro memorie,
e subito ritorna – tra barbagli smorti
e lungo dileguar di spire – la favola d’antico focolare.
10° classificato
Carlo Grigioni
Nostalgia di un mondo perduto
Dove siete osterie di una volta,
dove si cantava a squarciagola canzoni
d’amore? Dove siete cantastorie,
organetti melodiosi, ripartitori di fortuna
e di catenine miracolose?
Ora siamo ricchi e muti. Non esiste più
la “compagnia”, quartieri soffocati
dal cemento dove nessuno si conosce,
deve nessuno saluta.